venerdì 18 dicembre 2009

Medioevo ciclabile


Sull'edizione romana di corriere.it si parla della proposta delle associazioni cicliste capitoline che chiedono all'ATAC che trovi il modo di poter caricare le bici in metro.
Assurdo. Si è ritenuto, a ragione, che sia una notizia. Ma a pensarci bene sembra paradossale che ciò che in tutte le capitali europee è un dato di fatto a Roma sia una notizia da quotidiano. è inaccettabile che la notizia pubblicata non è che finalmente si possano caricare le bici in metro, ma solo che viene fatta una proposta da dei liberi cittadini.
Nel post "pedala che ti passa #2" (6 ottobre) già ho scritto di come funziona da queste parti....
Come dice don pizarro: "c'ha raggione mi fijo, stamo popo ar medioevo stamo"

martedì 15 dicembre 2009

Lavori in corso


In un post di http://degradoapriliano.blogspot.com/ si mostra come ad Aprila (LT) vengono rimossi alcuni cassonetti della spazzatura senza dare nessun tipo di informazione. Cosí i cittadini, ma questa non vuole peró essere una giustificazione, abbandonano buste e scatoloni lí dove prima erano presenti i contentitori.
La mancanza di informazione in questo caso sembra avere un ruolo fondamentale per il decoro urbano.
Penso che in fondo a Roma succede la stessa cosa. Ad esempio aprono cantieri senza avvisare (al limite mettono le bande bianche e rosse per evitare che la gente parcheggi) nè della durata dei lavori tantomeno viene detto a che servono . Spesso prima che il cantiere venga chiuso passano settimane, mesi...e nessuno sa quanto potrá durare il calvario. Il tutto sembra essere gestito dal fato. E i cittadini aspettano pazienti e soprattutto ignari del loro futuro. In questo senso comprendo in parte, ma solo in parte, le lamentele dei cittadini del Celio che non vogliono il cantiere della metro sotto casa (sinceramente chi lo sopporterebbe?). Sono consapevoli che saranno cantieri annosi, rumorosi e molesti.
Barcelona in questo periodo ha piú di 350 cantieri aperti, é una cittá cosí dinamica e perfezionista che sempre dispone eserciti di operai a sistemare strade marciapiedi semafori etc... certamente talvolta questo crea un certo disagio. Girando per la cittá si vedono decine di cartelloni che avvisano i cittadini del piano di rinnovo di alcune zone ed invitano a visitare il sito http://w3.bcn.cat/obres per sapere quando inizia, quando finisce e a che serve un determinato cantiere. Il sito é di facilissima consultazione ed é decisamente esauriente. Dategli uno sgurado
Dopo aver passato 5/10 minuti sul sito del Comune di Roma non ho trovato nulla di simile e anche se ci fosse non é bastato il tempo che gli ho dedicato per scovarlo. E comunque nessuno ha avvistao dell’esistenza di questa (eventuale) pagina.
Esisterá un archivio dei cantieri capitolini? E se esistesse, ci vuole cosí tanto a montare una paginetta web?

sabato 12 dicembre 2009

Ma che vordì?


La scorsa settimana sono tornato a Roma per 48 ore. Avevo da sbrigare un po’ di (mal)sana burocrazia. Ho trovato una città sporca, disordinata, caotica e inospitale
Ma soprattutto ho notato come i cittadini siano completamente abbandonati a loro stessi, tutto è poco accessibile e le informazioni scarse, sembra che non sia interesse delle autorità tenere i cittadini informati. Un esempio per tutti credo possano essere i cartelloni elettronici che delimitano le ZTL: Varco attivo/ Varco non attivo. Entrando in un dizionario online qualsiasi alla parola varco si trova: “varco [vàr-co] s.m. (pl. -chi) 1 Passaggio, passo, per lo più angusto e poco agevole: per un piccolo v. riuscirono a fuggire; scoprire un v. nel muro‖ Aprirsi un varco, riuscire a trovare uno spazio per passare: aprirsi un v. nella fitta foresta, nei reticolati, tra la folla
Bene, allora una apertura attiva vuol dire che permette il passaggio? Nel caso della ZTL quindi vuol dire che passo senza beccare la multa? Oppure il varco non attivo vuol dire che non è attivo il controllo sul passaggio e quindi non beccherò la multa quando il varco è non attivo? Mamma mia non capisco! Pensando tutte queste cose qui, con un serpentone di macchine minacciose e clacsonanti dietro le spalle, ho incrociato il maledetto varco più volte, beccando probabilmente il multazzo. Anche perché secondo me un varco non attivo vuol dire un passaggio non aperto: di lì non si può passare. Invece no! È tutto il contrario! Ma chi è il pazzo che ha coniato questo cartellone?Il comune che permette ciò è dalla parte dei cittadini o maliziosamente li vuole disorientare per multarli? Devo ammettere che non credo nella buona fede del cartellone.
A Barcelona la ZTL è delimitata da una serie di piloni che si abbassano o alzano a seconda delle fasce orarie, chiaramente esposte in un cartellone grande e leggibile anche da lontano. Non devi interpretare nessun messaggio folle, se il pilone è alzato non passi, altrimenti passi. Difficile vero?
Chi sarà mai il genio che ha inventato questo sistema visionario?

lunedì 7 dicembre 2009

Mamma Roma, addio!


Negli anni cinquanta io me ne andai, come oggi i ragazzi vanno in India, vanno via, anch’io me ne andai nauseato, stanco da questa Roma del dopoguerra, io allora a vent’anni, mi trovavo di fronte a questa situazione, andai via da questa Roma anni 50.

E me andavo da quella Roma addormentata, da quella Roma puttanona, borghese, fascistoide, quella Roma del volemose bene, annamo avanti, quella Roma delle pizzerie, delle latterie, dei sali e tabacchi, degli erbaggi e frutta, quella Roma dei mostaccioli e caramelle, dei supplì, dei lupini, dei maritozzi colla panna, senza panna, delle mosciarelle

me andavo da quella Roma dei pizzicaroli, dei portieri, dei casini, dei casini, delle approssimazioni, degli imbrogli, degli appuntamenti ai quali non si arriva mai puntuali, dei pagamenti che non vengono effettuati, quella Roma dei funzionari dei ministeri, degli impiegati, dei bancari, quella Roma dove le domande erano sempre già chiuse, dove ce voleva ‘na raccomandazione

me andavo da quella Roma dei pisciatoi, dei vespasiani, delle fontanelle, degli ex-voto, quella Roma della circolare destra e della circolare sinistra, delle mille chiese, delle cattedrali fuori le mura, dentro le mura, quella Roma delle suore, dei frati, dei preti, dei gatti

me andavo da quella Roma degli attici colla vista, la Roma di piazza Bologna, di Via Veneto, di via Gregoriana, quella dannunziana, quella eterna, quella di giorno, quella di notte, quella turistica, la Roma dell’orchestrina a piazza Esedra, la Roma di Propaganda Fide, la Roma fascista di Piacentini

me andavo da quella Roma che ci invidiano tutti, la Roma caput mundi, del Colosseo, dei Fori imperiali, di piazza Venezia, dell’Altare della patria, dell’Università di Roma, quella Roma sempre col sole estate e inverno, quella Roma ch’è meglio di Milano

me andavo da quella Roma dove la gente orinava per le strade, quella Roma fetente e impiegatizia, dei mille bottegai, de Iannetti, di Gucci, di Ventrella, di Bulgari, di Schostal, di Carmignani, di Avegna, quella Roma dove non c’è lavoro, dove non c’è ‘na lira, quella Roma der còre de Roma

me andavo da quella Roma della Banca Commerciale Italiana, del Monte di Pietà, di …chi cazzo, di campo de’ Fiori, di Piazza Navona, quella Roma che c’hai ‘na sigaretta, e prestame cento lire, quella Roma del Coni, del Concorso ippico, quella Roma del Foro che portava e porta ancora il nome di Mussolini, me n’andavo da quella Roma di merda!

Mamma Roma! Addio.

Remo Remotti

martedì 1 dicembre 2009

Italian's KKK


Oggi esco un pò fuori tema. Non confronteró Barcelona con Roma, ma piú in generale l’Italia con la Catalunya e la Spagna. Mi ero ripromesso di non farlo, ma quasi mai rispetto le promesse fatte con me stesso.
Ammetto di non essere un tifoso di calcio, anzi per la precisione del calcio non me ne importa un bel niente. Ma la scorsa settimana ho visto la partita Barça Inter, perché comuqnue mi piace lo sport e le buone competizioni. Alla fine l’Inter ha fatto una partita da dilettanti e mi sono annoiato un bel pò, avrei fatto bene a strmene a casa.
Durante la partita non sono mancati fischi e slogan contro Balotlli. Nero ed italiano sembra prorpio non piacere alla gente. Qui i giornali ne hanno parlato per un pò sottolineando l’assurditá dell’evento. Devo dire che mi sono vergognato. Si perchè al dilá del giudizio morale, il razzismo é a mio avviso un sentimento antico, vecchio, poco moderno, fuori tempo e passato di moda; le tifoserie di calcio in un certo senso rispecchiano la nostra societá (quella italiana) che un bel pó polverosetta é, avrebbe bisogno di una bella svecchiata. Il mondo di oggi é diverso assai da quello di ieri e le cittá sono ormai multietniche ed internazionali. La Spagna col suo passato colonialista ospita migliaia di latinoamericani di tutti i colori, africani, orientali e tanti ma tanti europei (anch’essi di tutti i colori). Barcelona ha quasi il 20% della sua popolazione che é nata in un altro paese (http://www.bcn.es/estadistica/castella/dades/anuari/cap02/C020108.htm). Niente male.
Il Barcellona Futbol Club ha un vivaio floridissimo, tante scuadre di allievi cadetti e pulcini venggono cresciute con le maglie azulgrana. Il club è quasi una famiglia, una comunitá che cresce giovani talenti per farli diventare campioni. Messi arrivó a Barcelona a 12 anni, per esempio. Nella storia del Barça ci sono decine di Totti e Maldini, persone cresciute nel club e ad esso negli anni fedeli.
Nelle tv locali le domenica vengono trasmesse le sintesi di tutte le partite delle varie categorie del Barça. Fra le scuadre giovanili sono numerosissimi i giocatori neri o latino americani, alcuni di loro sono dei campioncini di cui sicuramente si parlerá fra qualche anno. Un certo Mamadou (sedicenne nero come il carbone) pare che arriverá in prima squadra l’anno prossimo, staremo a vedere. Questi ragazzi rappresentano il futuro della societá e vengono portati su un palmo di mano e nessuno si sognerebbe di offenderli né di pensare che un nero non puó essere catalano, loro sono delle risorse anche e soprattutto per i tifosi. Si perché il motto qui, che tutti appena hanno occasione ti ripetono, é che catalano é chiunque lo voglia essere. Il concetto é assai affascinante e nuovo per me: catalano si diventa, basta volerlo; non è necessario nessun esame né nessuno ti deve nominare ufficialmente. É sufficente che ti senta catalano per esserlo davvero. Facile no?Proprio come in Italia........Andateglielo a spiegare a quelle capre che fischiano Balotelli, riusciranno mai a capirlo? Beheheheheeeeeee direi prorpio di no.

giovedì 26 novembre 2009

Sorpresa, arrivano le polveri sottili!


Anche ieri ho avuto il mio attacco quotidiano di mal di pancia. Entrambe le edizioni locali di repubblica e corriere riportavano la notizia “Emergenza polveri sottili”. Più volte nell’arco dell’anno Roma affronta l’inaspettata emergenza dell’inquinamento atmosferico.
Emergenza, a mio avviso, è quando a seguito di un evento improvviso ed imprevedibile (tipo terremoto) la popolazione si trova a dover affrontare una situazione nuova che stravolge la normale quotidianità. Quella delle polveri sottili a Roma è una storia vecchia come il cucco. È sufficiente che vi siano un paio di giorni con alta pressione sulla città, che tutto ciò che galleggia negli strati più bassi dell’atmosfera, rimane intrappolato. Ecco svelata l’emergenza, il fenomeno è facilmente prevedibile non coglie nessuno in contropiede e non genera nessun effetto sorpresa. Eppure i giornali continuano a chiamarla emergenza, come a voler intendere che nonostante gli innumerevoli tentativi di controllare il fenomeno (inutili domeniche a piedi, insufficienti fori imperiali pedonali…) un’altra volta ancora ha la meglio l’inquinamento, a sorpresa.
Devo dire che tutto ciò mi stomaca, perché oltre alla beffa c’è pure l’inganno. I giornali sono complici di questa mala informazione ed anche i cittadini lo sono che si bevono la storiella.
Il problema delle polveri sottili è dovuto soprattutto all’enorme quantità di automobili. L’unico modo per abbassare il livello di inquinamento è disincentivare l’uso dell’auto migliorando i mezzi pubblici e fomentando l’uso della bicicletta nel quotidiano, bisogna far si che la gente preferisca qualsiasi altro mezzo all’automobile per andare a lavorare. Questo non avviene e come per magia la città si trova a dover affrontare emergenze inquinamento……
Cosa succede invece a Barcelona? bhè rileggetevi i post “Pedala che ti passa” 1 e 2

lunedì 23 novembre 2009

Cartelloni abusivi, sai che novitá……


Ciclicamente sulle edizioni locali di corriere o repubblica si legge di indecorososi cartelloni abusivi. A roma ce sono per tutti i gusti e di tutte le taglie. Direi che i piú abbondanti sono comunque quelli politici: tra elezioni politiche, regionali, provinciali, comunali e referendum il nostro é un popolo che vive in perenne campagna elettorale e si deve sopportare il faccione impomatato, sorridente e rassicurante del politico di turno affisso ovunque ci sia un centimetro quadrato libero.
L’articolo di oggi http://roma.repubblica.it/dettaglio/larte-nascosta-dai-cartelloni-internet-smaschera-linvasione/1785457 vuole probabilmente essere una denuncia, ma in realtá non denuncia un bel niente, perché l’llegalitá di questi cartelloni é sotto gli occhi di tutti quotidianamente, cosí come il fatto che il comune lascia fare vergognosamente (fa sorridere il “tempestivo” controllo richiesto il 4 novembre per , il 4 novembre........ oggi é 23 e non se ne sa ancora nulla.....dormi tesoro....). Purtroppo non viene raccontato nulla che giá non si sappia. Quello che mi sconvolge non é tanto che la gente fa “attachinaggio”, quanto che nessuno controlla, perlustra e multa, sembra quasi che questa condizione di illegalitá sia mantenuta in piedi dal comune, non dagli attacchini abusivi.
Per le strade di barcelona spesso si trovano avvisi come quello nella foto, in cui si avverte che in caso di affissione abusiva la multa la paga la societá che viene pubblicizzata. Non ci sono mezzi termini, giusto o sbagliato che sia, funziona cosí. Le paretiti della cittá sono libere da cartelloni penzolanti, i tabelloni non hanno strati secolari di cartelli sedimentati (abusivamente) e se qualcuno fa attaccare cartelli dove non deve, paga profumatamente.
Della serie: prevenire e meglio che curare

martedì 17 novembre 2009

Murales


Uno dei menmbri di questo blog é “Riprendiamoci Roma” (http://riprendiamociroma.blogspot.com/) che tratta temi che riguardano il degrado delle strade di Roma. Consiglio a tutti leggerlo, ha degli spunti interessantissimi. Fra le iniziative che promuove ci sono delle passeggiate antigrado a cui partecipano volontari. In pratica viene scelto un qurtiere e, armati di pennelli e raschietti, vanno a cancellare scritte e graffiti, togliere cartelli abusuvi ridipingere con pittura anti spry pareti e sarracinesche. Questa lotta é lodevole soprattutto, a mio avviso, perché combattuta con la consapevolezza che si sta lavorando gratis al posto di qualcuno pagato per farlo. Ogni quartiere di Roma, si sa, puó vantare un lunga serie di scritte disegni e murales da far concorrenza al Bronx!
Luendí sul corriere.it di Roma (notizia riportata anche da Riprendiamoci Roma) ho letto inoltre che una associazione di abitanti di san lorenzo ha battuto il quaurtiere per ripulirlo da queste scritte onnipresenti ed indecorose ( a proposito ci sono conferme/smentite?).
Per pura casualitá il comune di Barcelona da ieri ha innescato un piano anti graffiti degno do nota: gli oltre 32000 esercizi comerciali e tutti i condomini interesati possono contrattare una ditta di pulizie che rimette a nuovo serrande vetrine, pareti e portoni. Il comune si fa carico del 50% della spesa. Le ditte di pulizia abilitate sono 3 e sono state scelte dopo un incontro tra rappresentanti del comune e rappresentanti dei commercianti, sono state selezionate quelle ditte che prevedono il miglior prezzo e la maggior tempestivitá nell’intervento (non passeranno piú di 48 ore dalla chiamata). Il costo per la pulizia e di 36 euro/m2 . Oltre alla pulizia é previsto anche l’uso di vernici anti graffiti. Insomma si pulisce e si impedisce che la parete venga nuovamente imbrattata.
Oltre a ció il comune ha avviato delle trattative tra varie associazioni di graffittari e commercianti ed hanno raggiunto un patto assai interessante: esiste una lista di commercianti che desidera avere la serranda con dei graffiti e che pertanto danno l’ok affinché gli artisti metropolitani lascino la loro opera. Questi a loror volta si impegano a non inzaccherare ma abbellire,il patto naturalmente si puó scindere in ogni momento. Inoltre sono state concesse delle pareti sparse nella cittá per cui i writers avranno a disposizione degli spazi da poter adornare.
Una ordinanza comunale punisce infine con una multa da 120 a 1300 euro chi inzacchera le pareti della cittá fuori da questa convenzione.Non ho alcun dubbio che le multe verranno staccate appena necessario.
Quando iniziai a scrivere questo blog ero consapevole che alla lunga a vrei esaurito i temi da discutere, ma per fortuna (o per disgrazia) mamma Roma non smette mai di stupirci!

mercoledì 4 novembre 2009

Monnezza #2


Una volta ancora torno su un tema giá trattato, rifiuti urbani.
Dal 1ª novembre nella cittá é partito un nuovo piano per la raccolta dei rifiuti e per la pulizia degli spazi pubblici.
Ció che si sta ulteriormente sviluppando é una rete fittissima di cassonetti per la differenziata. Continueranno ad essere 5: vetro, carta, metallo,organico ed indifferenziato; dove ci sará uno di questi saranno presenti anche gli altri 4. Ai cassonetti é stata data una nuova posizione ed é stato calcolato che ogni edificio della cittá avrá dei raccoglitori a meno di 100 metri dal portone. I contenitori hanno un nuovo disegno e saranno accessibili anche per le persone in carrozzzella, inoltre nel manico hanno scritto in brail per i non vedenti che tipo di rifiuto contengono. Nei punti verdi (vedi il post “Monnezza” del 5 ottobre 2009) vengono distribuite gratuitamente buste di plastica biodegradabili al 100 % e contenitori da usare in casa di diverso colore.
Tutte queste novitá, oltre ad essere disponibili sul sito www.bcn.es/neta/ewelcome.htm
sono state divulgate in maniera capillare nei vari “Centre Civic” della cittá. Il Centro Civico é uno spazio che possiede ogni quartiere (nel mio ce ne sono al momento 3), gestito generalmente da ragazzi, nel quale si possono effettuare ogni titpo di attivitá socio/culturale. Concerti, esposizioni,mostre, corsi di danza, cucina,musica,yoga, lettura,scrittura,lingua....... inoltre quando ci sono importanti novitá per il quartiere o il comune, vengono utilizzati come luogo di assemblea. Non hanno niente a che vedere con i centri sociali italiani, poiché i Centre Civic sono gestiti e finanziati dal comune e soprattutto non possiedono colore o appartenenza politica.
Oltre ai cassonetti é stato implementato il servizio di pulizia di strade e spazi pubblici con l’acquisto di nuove macchine pulitrici elettriche, che circolano per tutti i quartieri spruzzando sui marciapiedi acqua non potabile proveniente dai pozzi di drenaggio della fitta rete della metropolitana.
A metá ottobre nel centro civico dietro casa mia si é tenuta una riunione di quartiere nella quale é stato spiegato a tutti i vicini il nuovo piano di raccolta rifiuti. L’aviso della riunione é stato affisso nelle entrate di tutti i palazzazzi del quartiere.
Con tutta l’informazione che c’è non ci sono scuse, fare la differenziata é alla portata di tutti, oltre che un dovere morale. Rifiuto avvisato mezzo salvato.

lunedì 2 novembre 2009

Giocolieri


Dal 1º novembre a Roma é in vigore una ordinanza che vieta di «esercitare mestieri non autorizzati sul suolo pubblico e di turbare il traffico».In pratica si interviene su i lavavetri, giocolieri e mendicanti che invadono i semafori della capitale. Ammetto che ho sorriso quando ho letto:“Chi sarà riconosciuto in "evidente stato di bisogno" non sarà multato e sarà avviato, come ha spiegato da Alemanno, ai servizi sociali per offrire un percorso di inclusione sociale e di sostegno alla marginalità” mi domando chi se non un “evidente bisognoso” va a pulire i vetri delle macchine......
Comunque prendo spunto dai giocolieri invasori per raccontare come gli artisti di strada lavorano a barcelona
Tutti gli artisti di strada devono possedere una licenza per potersi esibire, tale licenza viene rilasciata su richiesta dal comune, se ti esibisci per strada e non hai la licenza ti multano secuestrandoti tutti gli strumenti. I musicisti possono suonare nei corridoi del metro o per strada. Nel primo caso: ci sono 24 punti ufficiali abilitati, per evitare il monopolio di un gruppo od un altro, si pu´o suonare nello stesso posto solo per 2 ore, poi bisogna cambiare. Inoltre non si puó suonare nello stesso punto piu di 2 volte asettimana. Non si possono usare percussioni o amplificatori maggiori di 20 W, non si possono coinvolgere i passanti.Chi suona per strada non puó: usare percussioni ed amplificatori, suonare in una strada meno larga di 7 metri, suonare per piú di una ora. Per dovere di cronaca peró va anche detto che per percussioni e amplificatori spesso si chiude un occhio. Per evitare inutili ricerche di posti liberi, esiste una specie di turnazione pianificata dal comune stesso, che assegna in maniera omogenea le zone “migliori” a tutti i richiedenti.
La arcinota Rambla ( e dintorni) accoglie decine di questi artisti, e migliaia di turisti tutti i giorni la percorrono ammirando spettacoli gratuiti. A modo loro gli artisti di strada forniscono un servizio alla gente ed alla cittá, il comune lo sa ed interviene, come sempre in maniera logica e pragmatica.
Niente é lasciato al caso, ed i giocolieri,musicisti, attori, mimi..... smettono cosí di essere considerati invasori di incroci,e vengono considerati per quello che sono, artisti di strada.

lunedì 26 ottobre 2009

Ecce Booombooooo


L’altro giorno ho assitito ad una scena interessante che mi ha fatto ricordare un episodio che mi é capitato a roma durante la mia ultima visita.
Andiamo con ordine: stavo andando in bici al laboratorio, quando un tipo davanti a me frena improvvisamente, io quasi gli vado addosso. La sua frenata é stata causata da un pedone che ha distrattamente attraversato la pista ciclabile senza controllare che fosse libera. Il ciclista si é imbufalito dicendoglene di tutti i colori e l’altro non sapeva piú come scusarsi, tutto rosso in faccia era evidentenmete imbarazzato. Avrei voluto godermi la scena fino alla fine ma me ne sono andato via proprio mentre l’esagitato ciclista stava minacciando di chiamare la polizia. Si perché se un pedona provoca un incidente nella ciclabile si becca un multone. Roba da matti!
A giungo a roma stavo passeggiando con la cagnolina dei miei, la osservavo infilare curiosa il naso in agni angolo sudicio che trovava mentre mi avvicinavo alle strisce pedonali, le stesse strisce che ho attraversato centinaia di volte. Di colpo piomba su di noi una audi scura a tutta velocitá, che per poco non ci piglia. Andava cosí forte che probabilmente ha preferito non frenare. Anche se emigrato non scordo le buone maniere capitoline, cosí ho teso il braccio destro seguendo la macchina col palmo della mano rivolto all’insú e ho iniziato a recitare una serie di impropoeri poco gentili diretti al conduttore e probabilmente anche a chi l’ha messo al mondo. A questo punto la macchina frena, si abbassa il finestrino e spunta uno con i capelli lunghi e col gel effetto umido, si affaccia minaccioso e scadendo bene le parole sillaba per sillaba dice “ahó ma se po sapé che voi?” “come se po sapè che voi, momenti mi metti sotto, non vedi che sto sulle strisce, andavi come un pazzo” e quello “e vabbé nun t’ho visto no, mica t’ho messo sotto, stai calmo stai”
Rientra nell’abitacolo, tira su il finestrino e se ne va. Io sono rimasto lí come un cretino
Quel maledetto coatto, ha avuto pure la faccia di voler avere ragione e di prendersi l’ultima parola. Con estrema semplicitá e senza il minimo accenno ad una ammissione di colpe. Non mi ha visto, devo sta calmo, non mi ha messo sotto.Che fortuna!
Mentre la cucciola ignara di tutto contuinuava ad annusare le cacche degli altri cani sul marciapiede, io ho sentito un desiderio incontenibile di avere una giacchetta di velluto, i baffetti anni ’70, la voce stridula e acuta e urlare come un matto “ve lo meritate Alberto Sordi!”

martedì 20 ottobre 2009

Welcome in Rome


Questo fine settimana sono stato fuori cittá e ho dovuto prendere l’aereo. A giungo é stato inaugurato il nuovo terminal, un colosso enorme e luccicante, dove lavorano centianaia di persone, l’intero complesso lascia davvero a bocca aperta. Per arrivare in cittá dall'aeroporto ci sono basicamente 3 opzioni: il taxi, che per 30 euro ti porta in centro. Tutti i taxi qui sono gialli e blu, riconoscibilissimi, e non esiste nemmeno l’ombra di un tassisita abusiva. Il treno: dal terminal nuovo c’è una navetta gratuita che ti porta alla stazione dell’areoporto. Qui ogni 30 minuti parte un treno pulistissimo, senza scritte né cartacce sparse, che in 20 minuti porta a barcelona sants, la stazione cittadina. Non so con esattezza quante carrozze abbia il terno, ma posso dire che mai ho duvuto fare il viaggio in piedi. Il biglietto costa 77 centesimi (!!!). Ogni vagone ha un monitor che avvisa i passeggeri delle fermate oltre ovviamente al megafono che diffonde gli stessi avvisi in tre lingue diverse (catalano, spagnolo ed inglese) che mai parla con la voce dell’esorcista! A sants ci sono due linee metro e 4 o 5 linee di di treno metropolitano che arrivano radialmente in tutta la cittá.
Autobus, con 4 euro si puó prendere un autobus (parte uno ogni 5 minuti) nuovissimo, puluito e profumato che in 25 minuti porta a plaza catlaunya, centro nevralgico della cittá (andata e ritorno costa 6,5 euro). Insomma il turista che arriva riceve una accoglienza di tutto rispetto, immediatamente gli viene dimostrato quanto barcelona sia fruibile, ordinata ed organizzata, chi ben comincia é a metá dell'opera...
Qualcuno di voi ha mai preso il trenino fiumicino-orte che ferma a tiburtina? Come é possibile che la prima immagine che un tirusita ha di roma sia quell’orrendo carro bestiami, abbandonato, sporco, privo di controllo ed in perenne ritardo? E poi, in tutta sinceritá, qualcuno ha mai pagato il biglietto? Perché mai uno dovrebbe pagare un servizio cosí scadente?Il controllore nenache si azzarda a passare tra i passeggeri imbufaliti, lo licerebbero! E che dire dell’arrivo a Tiburtina.... Esiste al mondo una stazione piú degradata e sporca di quella?chi ben comincia é ametá dell'opera......
Caro turista WELCOME IN ROME!

giovedì 15 ottobre 2009

Olimpiadi '92 vs Mondiali di Nuoto '09


Barcelona nel 1992 ha ospitato le olimpiadi. Prima di tale evento la cittá era ben diversa da come appare ora. I quartieri del centro erano abbandonati e malfamati, le sovrastrutture erano carenti ed in generale mancava tutto quel dinamismo e quello spirito internazionale che invece adesso sono dirompenti. La cittá ha approfittato alla grande dei finaziamenti rinnovando parecchie infrastrutture, una di queste giusto a titolo di esmepio, l’intera rete idrica della cittá. Adesso le perdie della rete non superano l’8% (indovinate un pò a quanto ammontano a roma?)
Le strutture olimpiche costruite appositamente per il quadriennale evento sono ora parte integrante della cittá. Una di queste si trova nel mont Juic che é una collina che sovrasta il porto. Prima delle olimpiadi questo posto era la sede di baraccche abusive, dominio di spacciatori, rifugio per amanti proibiti. Spesso il mont Juic fa da sfondo in alcuni film polizzeschi anni ’80. Durante le olimpiadi, dopo doverose opere di bonifica, il monte era teatro delle competizioni di nuoto e tuffi; i tardoni come me ricorderanno che belle quelle immagini dei tuffatori che sembravano sospesi nel vuoto con tutta la cittá di sottofondo. Che romantico!
Le stesse piscine sono ora comunali, chi vive da quelle parti puó usufruire delle istallazioni. Lo stadio di calcio, per la veritá giá esistente ma debitamente ristrutturato, é stato fino a quest’anno lo stadio del Espanyol (seconda squadra dopo il tricampione Barza). Ora é stato restituito ai cittadini. A pochi passi c’è la fandastica Fundació Miró, mostra permanete dell’artista. C`è il palau S.Jordi, palazzo congressi e sede di concerti internazionali. A pochi passi ci sono delle paereti attrezzate per arrampicata, ed in generale il parco é la tipica meta domenicale per per chi non ha voglia di uscire dalla cittá. Quella che prima era una zona off limit, adesso é uno dei punti piú vissuti dai cittadini. Bel colpaccio
Bene, e a roma perché bisogna invece ricorrere a sanatorie e cambi del piano regolatore? Perché da un’opera simile stanno uscendo solo scandali?

venerdì 9 ottobre 2009

Braccine corte si...ma con ragione


I catalani, cosí come gli scozzesi o i genovesi, hanno la fama di stare attenti alle spese.
Lavoro in un centro di ricerca statale, diciamo il corrispettivo del CNR italiano.
Appena arrivato iniziai a notare una serie di particolari che allora mi sorprendevano ma che adesso invece dó giá per scontato:
in tutti i bagni ci sono lampadine e aspiratori con il timer, dopo qualche minuto che li hai accesi si spengono da soli. Il tempo che rimangono accesi é sufficente per una”seduta” rapida e per lavarsi le mani. Se la seduta si fa piú lunga del previsto si rimane romanticamente chiusi in bagno al buio. Tutti lo sappiamo e cerchiamo di agire come dei felini. Lo sciacquone di tutti i water ha il doppio bottone, uno per scaricare tutto il deposito (9 L e l’altro per scaricare ½ deposito).
I monitor dei computer entrano in stand-by dopo un paio di minuti di inattivitá, del resto perché aspettare di piú?;
l’istituo é disposto su 4 piani, ogni piano ha una stampante b/n, una a colori (entrambe stampano fronte e retro) ed un plotter in comune con tutti gli uffici. Non c’è stampa selvaggia (sempre temi che il vicino di stanza ti sgami!) risparmiando cosí carta ed inchiostro e evitando l’aquisto di stampanti inutili
l’aria condizionata nei mesi estivi é fissta a 25ºC e si spegne automaticamente (tranne dentro i laboratori) alle 21.00; non pensate che sia un paradosso doversi coprire quando si entra in una stanza in pieno agosto?
Francamente non so quanto queste accortezze influiscano sul consumo generale dell’istituto, sicuramente peró non influiscono negativamente. Sono facili da applicare, rapide e senza controindicazioni. E fanno si che ogni singolo individuo, facendo attenzione a piccoli particolari, si senta e sia parte integrante di una comunitá.

mercoledì 7 ottobre 2009

Prima l'uovo o la gallina?


In una discussione nata dal post "Dai su, non esagerare!" mi si chiedeva chi secondo me fra cittadini ed istituzioni dovrebbe fare il primo passo verso un miglioramento.
La risposta non é né semplice né scontata. Tuttavia propendo verso una spinta significativa da parte delle istituzioni. Anche perché leggendo questo articolo viene proprio da pensare che se non sono le istituzioni a cambiare non andremo molto lontano http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_ottobre_7/cantiere_ameta_forimperiali-1601850548287.shtml
come si suol dire "c'hanno messo na pezza"......
Questa estate a barcelona si stava lavorando in piú di 350 cantieri, in quel mese la cittá é simivuota, come roma del resto. Adesso ne rimangono aperti nemmeno la metá, includendo quelli relativi ai tunnel dell'alta velocitá, della metro insomma grandi opere. Nel quartiere dove vivo nel giro di poco hanno allargato marciapiedi, ricavato recinti dove far giocare i bambini, cambiato (e non rappezzato) lo strato di asfalto....
Faccio fatica a capire perché qui le cose si portano a termine e a roma ci invece mettono una pezza. Incopetenza o negligenza? chi ha sbagliato in questo episodio: le ditte o chi si occupa dell'urbanistica? ë nato prima l'uovo o la gallina?

martedì 6 ottobre 2009

pedala che te passa # 2


Vorrei aggiungere due righe al post “pedala che ti passa”. Probabilmente sto disobbediendo le piú banali regole del buon blogghista, ma essendo un neofita forse me lo posso permettere.
Nelle striminzite lineee metro A e B, sempre sovraffollate e sporche, non si possono caricare biciclette. Nelle ore di punta é difficile che entri una carrozzina da bebé, figuriamoci un velocipede! Quando abitavo in zona piazza verscovio e lavoravo sulla colombo, tutti i giorni mi toccava il lungo calvario cosí composto: linea 310 fino piazza bologna, metro B fino piramide, e dulcis in funfo 60 express (mi sembra) fino alla fiera di roma. Durata del percorso di soli 11 km: 1 ora e trenta minuti, praticamente come roma termini-napoli centrale sull’eurostar. A fine giornata stesso percorso a ritroso. 3 ore al giorno passate nei mezzi sempre affollati, sporchi, in perenne ritardo, aria condizionata rotta.....insomma non solo era esagerata la quantitá del tempo ma anche e soprattutto era inaccettabile la qualitá del tempo passato su bus e metro. Un’ora e mezza per percorrere 11 km...se solo avessi potuto caricare la bici sulla metro, quanta sofferenza e quanto tempo avrei risparmiato! Magicamente peró a roma il sabato e la domenica si possono caricare le bici sul metro. Certo perché la bici serve SOLO per fare passeggiate digestive domenicali, meglio poi se si sceglie l’incomprensibile domenica col blocco de ltraffico.
Inutile dire che a barcelona si possono caricare le bici in metro e treni metropolitani, sul vagone appositamente attrezzato, 7 giorni su 7
Esiste una spiegazione logica a tutto ció?

lunedì 5 ottobre 2009

Monnezza


Ancora una volta prendo spunto da una notizia letta su repubblica.it
http://roma.repubblica.it/dettaglio/cestini-e-cassonetti-stracolmi-la-citta-sporca-fra-carte-e-rifiuti/1736691
In questo caso si parla della mal gestione dei rifiuti, del decoro urbano e della pulizia delle strade. Il messaggio, in soldoni, é che Roma é una cittá sporca, disordinata e trascurata. Direi che non si puó non essere d’accordo
A barceolona Giulia ed io differenziamo 6 tipi di rifiuti: vetro, carata/cartone, plastica/metallo, organico, olio e materiale non reciclabile. Nel quotidiano differenziare é diventato un gesto automatico per nulla fastidioso, anzi francamente non riuscirei adesso a buttare tutto nello stesso secchio. La cosa sorprendente é che il bidoncino dell’indifferenziato é sempre quello meno pieno, in genere lo buttiamo una volta a settimana, gli altri almeno due volte a settimana. Stotto casa abbiamo i cassonetti di differenti colori per carta vetro e plastica/metallo che vengono quotidianamente svuotati e puliti dagli addetti. Per i rifiuti organici e i non reciclabili (che sono quelli che potrebbero fare cattivo odore e maracire) esiste un sitema sotterraneo tanto efficace quanto affascinante. Ci sono de cilindri alti circa 1,5 metri con uno sportellino tipo obló dove si tirano i sacchetti, organico o indifferenziato, che finiscono sotto il livello stradale. Questi cilindri sono connessi ad una rete di tubature “sottovuoto” che risucchiano letteralemnte il sacchetto e lo trascinano a varie centianaia di metri in un punto di raccolta sotterraneo che convoglia nella stessa maniera piú “cilindri” lontano dai nasi della gente. Con frequenza ciclica passa un tecnico a verificare che il sistema funzioni correttamente. La munnezza c’è ma non si vede ne si sente
Ogni quartiere inoltre ha un punto verde vigilato da un addetto, questo é un magazzino aperto tutti i igiorni di proprietá del corrispettivo catalano dell’ AMA, dove si possono portare materiali come vernici scadute, computer vecchi ceramiche rotte, batterie.... ma anche si portano materiali che possono essre reutilizzati, vestiti e scarpe vecchie ma in buone condizioni, bicchieri vecchi ma non rotti ecc. ..Ogni cittadino ha un punto verde a non piú di 10 minuti a piedi da casa sua. Esiste anche un punto verde mobile: un grande camion che staziona una volta a settimana in ogni quartiere (nel nostro é il sabato) dove si buttano olio usato, cavi di rame, batterie, medicine scadute….
Come se non bastasse in ogni quartiere della cittá un giorno a settimana é possibile lasciare accanto al portone di casa rifiuti ingombranti come tavoli vecchi, divani, scaldabagni reti di materassi ecc....entro mezzanotte passsa un camioncino a ritirare tutto. Nel nostro quartiere é di mercoeldí. Questo fenomeno é molto interessante perché prima del camioncino passano persone col carretto che controllano se possono portarsi via qualcosa di utile e ancora funzionante. Ci sono molti studenti ad esempio che si arredano casa in questo modo, a costo zero. Ancora una volta viene offerta l’opzione di riutilizzare prima di dover recilcare.
Ë inutile nascondersi dietro a un dito, a roma la gestione dei rifiuti é scarsa mal pianificata e mal realizzata, questo sta sotto gli occhi di tutti i cittadini, come pure sta sotto gli occhi di tutti l’esagerata tassa sui rifiuti.
Ma é davvero cosí difficle la gestione dei rifiuti di una cittá? Osservando l'esempio di barcelona sembra di no.
Mi trovo nuovamente a pensare che probabilmente la semplice emulazione potrebbe rappresentare una efficae via d’uscita nella scandalosa gestione dei rifiuti di roma. Cara AMA, perfavore prendi carta e penna ed inizia a copiare qui www.bcn.es/neta/ewelcome.htm

venerdì 2 ottobre 2009

Dai su, non esagerare!

Si chiude oggi la mia prima settimana da blogghista, rileggendo i post e le mail che mi sono arrivate dai giá numerosissimi lettori mi rendo conto che dipingo una realtá dorata che forse non rispecchia in pieno la veritá ( a proposito invece di mandarmi mail, lasciate qualche commento sul blog, mi piacerebbe se nascesse qualche discussione).
Questa cittá, come tutte le cittá del mondo, lotta costantemente con una enorme varietá di problemi che talvolta la fanno zoppicare.Avró modo piú in lá di raccontarne qualcuno.
La mia intenzione non é quella di gettare fango indiscriminatamente su Roma né quella di osannare ciecamente Barcelona. Solo mi piace pensare (ma solo per puro ingiustificato egocentrismo) che un giorno qualcuno (non so chi, ma uno di quelli che move tutt’ cose) interpreti queste critiche come delle proposte,non voglio bastonare ma spronare. Semmai dovessi tornare all’ovile mi piacerebbe trovare a Roma un clima di rilassattezza generale, vorrei andare in bici comodo e sicuro, andare in piscina senza svenarmi,vedere che la gente lavora degnamente, non passare ore chiuso in macchina a desiderare la morte violenta del mio vicino di traffico.
Naturalmente so che non succederá nulla di tutto questo, che fra 20 anni Roma sará identica ad oggi e so, cosa che colpisce e affonda il mio ego piú narcisistico, che nessuno mi stará mai a sentire.
Ma questo é il mio blog e io ci scrivo quello che mi pare.

mercoledì 30 settembre 2009

Gayxample


Da qualche tempo a questa parte, chissá perché, a Roma soffia un vento di intolleranza.
Mi sembra che cia sia una particolare dedicazione agli omosessuali. Pasolini nel ’69 (Comizi d’amore) mostrava un’Italia che li chiamava “invertiti”; dopo 40 anni nella capitale di un paese moderno, produttore, multietnico e infondo benestante gli invertiti vengono sprangati,multati, perseguiti. Ho visto peró che la gente si é spaventata per tanto odio e perfino Alemanno, per dovere istituzionale, ha sfilato in una manifestazione contro l’omofobia. Alemanno, fai qualcosa di sinistra!
Barcelona é la capitale gay dell’europa mediterranea. C’è una parte di un quartiere centrale, l’Eixample, che la gente chiama ormai Gayxample. Il nomignolo non vuole essere simpatico o burlesco ma solo serve a delimitare geograficamente un’area. Le strade del Gayxample la sera si popolano di uomini e donne, che vanno da un ristorante all’altro, da un bar all’altro e da una discoteca all’altra. In quella parte della cittá i titolari di bar e ristoranti si fanno ricchi. Non conosco le statistiche ma alla semplice vista é evidente che lí la gente esce e spende molto in barba alla crisi. Esistono agenzie di viaggio specializzate in itinerari gay, gruppi di turisti gay vengono a Barcelona per visitare la cittá e probabilmente anche per potersi baciare per strada senza rischiare di essere malmentati o multati.I catalani, forse grazie al loro innato senso per il commercio e per la loro proverbiale modernitá, hanno da anni fiutato l’affare e hanno trasformato quello che a Roma é un tabú da tacere in un buon buisness. Dire che qui si respira un’aria di tollerranza é errato, perché tollerarare vuol dire un pò sopportare, lasciar correre......A barcelona quello della omosessualitá non é un fenomeno, ma solo uno dei molti aspetti che caratterizzano questa cittá.

martedì 29 settembre 2009

dú piccioni có na fava!


Roma é una cittá molto cara, soprattutto se si pensa che i servizi offerti sono spesso scadenti.
A roma ero iscritto ad una piscina sulla flaminia, 85 euro al mese. Mi sembrava un buon prezzo in comparazione con tanti altri circoli, anche perché potevo andare a fare nuoto libero tutti i giorni fino alle 10 di sera, sabato e domenica compresi. L’estate poi, pagando 10 euro in piú, toglievano il pallone e ci si poteva prendere il sole sulle rive del profumatissimo Tevere. Era un pò scomodo arrivare fin lí perché nelle ore di punta la Flaminia é congestionata.
Qui vado in una piscina comunale che sta nella Barceloneta. Ci sono una vasca al coperto e due all’aperto, una di queste é climatizzata e ci si puó andare anche in inverno, sta in riva al mare. Nel club c’è anche una sala per fare pesi, un’altra dove si tengono corsi gratuiti di step, aerobica, pilates ecc... inoltre ci sono 2 grandi jacuzzi e 2 sauna, una sala con tavoli da ping pong , sulla terrazza c’è il frontón, che é un campo per giocare a una specie di squash e c’è in fine anche un campo da beach volley propio sulla spiaggia. Il club é aperto tutti i gioni dell’anno dalle 7 di mattina alle 23.00 mi costa 34 euro al mese.
Ho poi la passione del windsurf, appena arrivato me ne comprai uno usato e lo lascio montato in un club, anche questo é comunale, che sta dietro al porto olimpico.ë comodissimo in bici ci metto10 minuti. Nel club posso anche usare, senza costi aggiunti, piccole imbarcazioni che sono a disposizione di tutti i soci come laser, catamarani, canoe. Cè un servizio di vigilanza e di recupero (ahimé una volta mi sono venuti a raccattare!), nel piazzale c’è un campo da basket. Tutto l’anno si possono seguire corsi di ogni tipo di sport nautici e periodicamente vengono organizzati pranzi sociali o regate di massa per favorire le relazioni fra i soci. Questo club,aperto tutti giorni dell’anno dalla mattina fino al tramonto, é peró piú caro, mi costa ben 41 euro al mese. Il porto olimpico fu costruito proprio per le olimpiadi del ’92. Fra 5 anni in che stato troveremo le piscine dei mondiali di nuoto 2009? mi pare che giá qualcuna abbia fatto notizia....

34 + 41 = 75 euro...... i famosissimi due piccioni con una fava!

lunedì 28 settembre 2009

Pedala che ti passa


Vado in laboratorio tutti i giorni in bicicletta, casa mia dista solo 7 km e prendendomela con calma ci metto poco meno di mezz’ora. Quella mezz’oretta di pedalata é davvero piacevole.

Barcelona é una cittá che si presta all’utilizzo della bici, non ha molti dislivelli, il manto stradale é sempre in ottime condizioni e soprattutto c’è un gran numero di piste ciclabili. In totale sono156 i km ciclabili, pare peró che a breve si arriverá a 200 km. Andare in bici non é solo una attivitá ricreativa o sportiva, qui la gente usa la bici come vero e prorpio mezzo di trasporto, alternativo a macchina, moto, metro o autobus. Il comune di Barcelona ha da tempo intelligentemente fomentato l’uso della bicicletta. http://w3.bcn.es/XMLServeis/XMLHomeLinkPl/0,4022,621827370_656589693_1,00.html .Uno degli strumenti per incentivare l’uso delle due ruote é stato l’istituzione del Bicing, questo consta di una rete fittissima di parcheggi di biciclette “di scambio”: prendi la bici in un parcheggio sotto casa e la lasci in un parcheggio vicino al lavoro. Hai 30 minuti per usarla, se sfori ti viengono tolti 50 centesimi dal conto per ogni 30 minuti di ritardo, se non la riporti entro 24 h ti vengono tolti 125 euro; l’abbonamento annuale costa 24 euro. Il bicing non é un servizio per i turisti, é un servizio per il cittadino. In tutta la cittá ci sono piú di 400 punti di distribuzione ( ma aumentano mese dopo mese), in ognuno dei quali ci sono dalle 20 alle 30 bicilclette (nella figura ogni puntino rosso é un parcheggio). Il Bicing é uno mezzo di trasporto pubblico utilizzatissimo

Anche a Roma hanno da poco tentato di organizzare qualcosa del genere: una manciata di parchegggi, tutti in centro e abbastanza trascurati; mi dicono che il bike-sherring capitolino ancora non ha decollato, decollera mai?

Per tanti anni, armato di casco, maschera antismog e non poca temerarietá, a Roma ho usato la bicicletta per muovermi; ogni volta che arrivavo a destinazione mi sentivo un miracolato, i rischi per i ciclisti sono altissimi e dovuti a una lunga serie di motivi: le piste ciclabili sono poche,malmesse e servono piú che altro per gite domenicali, il manto stradale é spesso costellato di buche e voragini poco rassicuranti, i marciapiedi quasi mai sono dotati di rampa per carrozine e bici e soprattutto il traffico folle e violento non tiene minimamente conto dell’esistenza di questri strani esseri, i ciclisti.

Non bisogna essere dei premi Nobel per capire che l’uso della bici riduce traffico, contaminazione atmosferica ed acustica, spesso riduce i tempi di percorrenza,allegerisce i parcheggi e fa smaltire la panzetta! Visto che evidentemente l’amministrazione romana non é capace di inventarsi un modo per far usare la bici ai cittadini, perché non viene a vedere come si fa da queste parti? Saper copiare é,volendo, un gran merito!

venerdì 25 settembre 2009

Ramadan

Il 21 settembre su repubblica.it si riportava questa notizie http://roma.repubblica.it/dettaglio/fine-del-ramadan-feste-in-piazza-vietate/1725833 : la questura di Roma vieta i festeggiamenti per la fine del Ramadan, sarebbero una provocazione nei confronti della comunitá cattolica della chiesa di San Policarpo. Provocazione.........
La settimana scorsa nel parco della Ciutadela, il corrispettivo barcelonese di villa Ada o villa Borghese, si é celebrata come ormai tradizione la fine del Ramadan con una festa durata circa una settimana. Per giorni é stato possibile assistere gratuitamente a concerti di artisti appartenenti al mondo arabo, mangiare in ristotrantini che offrivano squisiti piatti tipici iraniani, libanesi, algerini etc, comprare vestiti e oggetistica "arabi". Tra i numerosissimi visitanti vi erano molti non mussulmani, famigliole con bambini, anziani curiosi, ragazzi.
El Ajuntament (il comune) di Barcelona ha organizzato e finanziato la festa che si é svolta a circa 300 metri dalla meravigliosa e centralissima cattedrale di Santa Maria Mar.
Provocatorio questo Ajuntament!

Mi presento

Sono uno dei tanti italiani che vive a Barcelona, pare che ce ne siano piú di 20 000. Ormai sono passati due anni da quando con la mia compagna ci siamo trasferiti qui.
Nosnostante Barcelona sia cosí vicina all'Italia, sembra non possedere nemmeno l'ombra di quella immobilitá, pesantezza e noia che opprime il nostro paese. Ancora oggi, dopo due anni, non smetto di stupirmi vedendo come le cose girano in maniera diversa.
Ho deciso di aprire questo blog per mostrare come alcuni avvenimenti vengano vissuti in maniera completamente diversa qui rispetto a Roma e come sia possible organizzare una cittá, grande e popolosa, in modo distinto. La scintilla mi é scattata quando ho letto su repubblica.it della notizia che a Roma é stata vietata la festa per la fine del Ramadan, poiché considerata una provocazione. Mentre a Barcelona.....